Nelle domande c'è la risposta by Hal Gregersen

Nelle domande c'è la risposta by Hal Gregersen

autore:Hal Gregersen [Gregersen, Hal]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Feltrinelli
pubblicato: 2019-07-30T08:25:00+00:00


6

Resterai in silenzio?

Un vecchio saggio gufo sedeva in un quercia.

Più vedeva, meno parlava.

Meno parlava, più sentiva.

Perché non possiamo essere tutti come quel saggio uccello?

Filastrocca tradizionale

Ho conosciuto Sam Abell quando mi sono iscritto a una mentorship individuale attraverso i workshop fotografici di Santa Fe. Sono un fotografo dilettante appassionato e sapevo che avrei trovato una miniera d’oro creativo. Con trentatré anni di esperienza come fotografo per il “National Geographic” (non una, ma ben due sue fotografie sono state scelte per la mostra “Le 50 foto più belle di ‘National Geographic’”), Abell è un maestro nel suo lavoro. Ma è stato presto chiaro che i suoi insegnamenti avrebbero portato benefici ben al di là della fotografia.

Abell è incredibilmente consapevole di come faccia ciò che fa. Spesso commenta: “Sono un fotografo ‘che parte dallo sfondo’”. Ciò che vuol dire è che quando prepara uno scatto pensa ai vari livelli, dallo sfondo al primo piano, e a come questi interagiscano l’uno con l’altro. Mentre un dilettante probabilmente coglierebbe il soggetto ovviamente in primo piano (talvolta senza nemmeno notare che cosa ci sia alle sue spalle), Abell comincia con la parte più distante e costruisce a partire da lì.

Si è reso conto che un modo per ottenere una bella fotografia non è semplicemente scattarla, ma crearla. Scattando la sua prima fotografia, da ragazzo, ha dovuto combattere contro l’istinto di seguire con l’obiettivo un soggetto in movimento. Ha imparato invece a seguire il consiglio di suo padre: “Componi e aspetta, Sammy. Componi... e aspetta”. Stabilite come volete che appaiano i livelli di sfondo, più statici, e (se avete scelto bene il posto) gli elementi dinamici di cui avete bisogno per completare l’immagine prima o poi entreranno nell’inquadratura. Una donna attraverserà la piazza. Un bisonte camminerà lentamente nella prateria. Un marinaio lancerà una fune. Abell ha imparato che la chiave non è inseguire l’arco che crea la corda srotolandosi: “Lascia che la corda venga da te”.

Probabilmente vi aspettavate più di una lezione di fotografia da un libro riguardante le domande. L’ho raccontato per arrivare a una riflessione più generale. Parlando con moltissime menti creative riguardo il loro lavoro, ho sempre chiesto: “Ci sono cose che fai personalmente per creare un contesto o ci sono elementi di sfondo negli ambienti in cui lavori che ti portano a trovare e fare domande più perspicaci? Quali sono, secondo la tua esperienza, le cose che ti aiutano o ti ostacolano nel trovare e formulare le domande giuste?”. Ripetutamente mi sento dire che non cercano di forzare le idee. Al contrario, cercano di creare scenari nei quali le domande nascano spontaneamente e in cui è più probabile che riescano a sentirle e interagirvi. Compongono e aspettano.

Abbiamo già esplorato, nei due capitoli precedenti, le prime due condizioni di cui ho sentito parlare: persone che si mettono in condizione di sbagliare di più e sentirsi più a disagio. La terza condizione è particolarmente pertinente nel lavoro paziente di Abell. È stare più in silenzio.



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